giovedì 25 aprile 2019

Avengers: Endgame..... non solo la fine dei giochi, ma anche dell'illusione.


Assente dal blog da alcuni mesi, ho sentito il bisogno impellente di scrivere un post dedicato interamente al film che attendevo di vedere da un anno: "Avengers:Endgame".
Dapprima avevo in mente di dedicare un intero menù a quello che  si accinge a diventare il film evento dell'anno, ripercorrendo in tappe tutti i film Marvel che hanno, infine, condotto ad endgame. 
Un post, insomma, che avrebbe celebrato questo film e quelli che lo hanno preceduto.
Per mancanza di tempo, ho dovuto mettere da parte il mio progetto iniziale di un post celebrativo e circa 10 giorni fa ho cominciato a fare, tra me e me, il conto alla rovescia che mi avrebbe portato alla visione di Avengers: Endgame.
Finalmente il 24 aprile 2019 è arrivato e Avengers: Endgame è arrivato nelle sale italiane.
Ieri pomeriggio, mentre rientravo dalle vacanze pasquali in Puglia, ho cominciato a controllare in quali cinema avrei potuto vedere quello che credevo sarebbe diventato il mio film del cuore.
Nel cinema più bello della zona le proiezioni erano fissate per le 15.00 - 18.00 - 21.30; guardo l'orologio ed erano già le 15.30 ed io ero ancora in viaggio. 
Che rabbia, mi ero persa l prima proiezione!
Ho visto la programmazione di un altro cinema e mi portava: After e Wonder Park.
Ma posso mai andare a vedere After nel giorno in cui c'è la prima assoluta di Avengers:Endgame?
Ho cominciato a fare un po' di conti: mia figlia doveva essere ad una festa di compleanno per le 17.30, lo spettacolo successivo era alle 18.00 e il cinema dove stavano dando Endgame dista dal mio paese circa 20 minuti, sicuramente ci sarebbe stata coda alla biglietteria e.... e allora ho deciso di recarmi allo spettacolo delle 21.30.
Mio marito, che non ama questo genere di film e che ha visto solo "Thor: Ragnarok" (sempre perché l'ho stressato tantissimo affinché lo vedesse insieme a me), incomincia a dire che sicuramente saremo troppo stanchi per via del viaggio e che non riusciremmo ad assaporarci il film e cerca di convincermi a rimandare la visione al 25 aprile (cioè oggi).
Io comincio a fare il broncetto come i bambini e gli dico che aspetto il film da un anno e che una vera fan non aspetta al secondo giorno di programmazione per vederlo.
Arrivati a casa, accompagno mia figlia alla festa di compleanno e mi reco nel paese vicino per una commissione; decido di passare davanti al cinema e vedo il manifesto del film "Avengers: Endgame".
Ma come, in rete mi portava "After" e "Wonder Park"! 
Guardo gli orari di programmazione e sono: 15.00 - 18.30 - 21.30.
Occhi sull'orologio e sono le 18.20!
Parcheggio la macchina di tutta fretta e chiamo mio marito per dirgli che non ce la faccio ad aspettare e che sono disposta a vedere il film anche sola, ma devo vederlo subito.
Gli anticipo anche che, siccome sono certa che mi piacerà, l'indomani torneremo al cinema insieme per rivederlo.
Entrata nel cinema vedo una fila di ragazzini infinita e mi rendo conto che, oltre ad essere l'unica vecchia bacucca all'interno del cinema, non ce la farò mai ad arrivare all'interno della sala prima delle 18.30 e, siccome non voglio perdermi neanche un secondo di proiezione e non voglio neanche accontentarmi di un posto dal quale non posso godermi al meglio la visione, mi arrendo, torno a casa e convinco mio marito ad accompagnarmi allo spettacolo delle 21.30.
Alle 21.00 siamo già in macchina, arriviamo al cinema con 15 minuti di anticipo sull'inizio della proiezione.
Anche a questo spettacolo ci sono ragazzi adolescenti e giovani uomini evidentemente cresciuti insieme ai film Marvel (niente di strano se si considera che il primo Iron Man risale al 2008 e da allora sono trascorsi 11 anni!).
C'era molta più gente rispetto allo spettacolo del pomeriggio e intravedevo anche un ragazzo che indossava una maglia rossa con la ragnatela di Spiderman.
Quando è stata aperta la sala, è cominciata la ressa: gente che spingeva per accaparrarsi i posti migliori. 
Finiti i titoli di coda della proiezione precedente, è subito cominciata la nuova proiezione, senza un solo secondo di pubblicità.
Erano le 21.37!
La sala era gremita e c'era un religioso silenzio da osservare... guai a parlare, si rischiava il linciaggio!!!
Ho capito in quel momento che, per quanto io sia fan del genere, c'erano in quella sala persone molto più fissate di me per quei supereroi.
Ero emozionatissima e stringevo forte la mano di mio marito: mi sentivo come una bambina che realizza un sogno, ero lì che vedevo finalmente il film la cui uscita attendevo da un anno e sul quale non vi era stata alcuna fuga di notizie, per cui tutto sarebbe stato inaspettato (anche se mi ero già immaginata una trama ed un finale tutti miei).
Dopo alcuni minuti di proiezione, ho avuto la sensazione che il film, o meglio la sua trama, stentasse a decollare. 
Rispetto a quella che sarebbe stata la soluzione più facile, cioè usare la gemma del tempo per riportare le cose alla normalità (ovvero a prima che Thanos schioccasse le dita), si sono inventati dei viaggi temporali sfruttando il regno quantico.
Wow, che fantasia: tornare al passato per sistemare il futuro. 
La MCU non l'aveva già proposto in X-Men: giorni di un futuro passato?
Qui l'unica differenza è che Banner sostiene che cambiare il passato non cambierà il futuro perché il passato diventerà il nuovo futuro e il futuro diventerà il passato.
Cosa?
Comunque, tornando al film: sono trascorsi 5 anni dalla scomparsa di metà della popolazione dell'universo per mano di Thanos e gli Avengers, o perlomeno quelli che sono sopravvissuti, vivono delle esistenze spente, ancorate ai ricordi del passato e di quanto è stato perduto.
L'unico che sembra aver trovato un proprio equilibrio è Toni Stark, che finalmente si è costruito una famiglia con Pepper e che è innamorato perso della figlia che lei gli ha dato.
Per il resto, si vede un Thor che sembra la parodia di sè stesso: beve quintali di birra e va in giro mezzo nudo mostrando il suo pancione da beone e sbandando a sinistra (come gli fa notare Tony); un Clint Barton (Occhio di Falco) che è diventato un assassino (Ronin); una Captain Marvel molto presuntuosa, ma poco incisiva quando serve; un Hulk ridicolo che si fa i selfie con i ragazzini e che parla con la voce di Bruce Banner, indossandone perfino gli occhiali (dovrebbe essere la versione evoluta di Hulk denominata Professor Hulk, ma a me fa solo pena).
Gli unici personaggi fedeli a sè stessi sono Natasha Romanoff (Vedova nera) e Steve Rogers (Captain America).
Natasha soprattutto, come si è visto già nel primo Avengers, continua a mantenere un legame molto forte con Clint e per consentirgli di potersi ricongiungere con la sua famiglia, spazzata via da Thanos, sacrifica la sua vita.
Ecco la prima cosa che mi ha fatto rimanere proprio male: Natasha, in uno dei viaggi temporali organizzati per trovare le gemme dell'infinito, si sacrifica a Vormir per il suo amico Clint Barton.
Ok, ero preparata all'evenienza che un Avenger sarebbe potuto morire per il bene comune: in fondo si tratta di supereroi, ma con le gemme si dovrebbe poter rimettere tutto a posto.... e invece no!
La sua morte è irreversibile!
Il film continua ad essere noioso e a non decollare; ci sono poi delle scene assurde alle quali ancora non riesco a dare un senso.
Ad es. Loki, in uno dei viaggi temporali degli Avengers, nel 2012, al termine della battaglia di New York tra i Vendicatori e i Chitauri, riesce a rubare il tesseract con cui apre un portale e scompare.
Però di Loki non c'è traccia fino alla fine del film. 
Si sarà salvato? Tornerà o sarà comunque morto sulla nave spaziale su cui è stato decimato il popolo di Asgard?
Per ritrovare il tesseract e anche altre particelle Pym, Cap e Tony Stark tornano indietro fino al 1970.
Tony incontra suo padre, ed ancora un volta ha la conferma, come già avvenuto in Iron Man 2, che egli, malgrado fosse stato con lui molto severo quando era in vita (e spesso anche molto distante emotivamente), in realtà lo ha amato tanto.
Sempre in questo viaggio Cap si trova faccia a faccia con quello che definisce il suo grande amore: Peggy Carter.
Ma possibile che nel 1970 Peggy abbia lo stesso aspetto che aveva nel 1943? 
Da notare che nel film non c'è il ritorno di Visione (ucciso da Thanos in Avengers:Infinity war), ma per un breve momento appare Jarvis, autista di Howard Stark.
Per chi non lo sapesse, Jarvis è la coscienza virtuale, anche se sarebbe meglio definirla intelligenza artificiale, che viene impiantata in Visione in Avengers:Age of Ultron insieme alla gemma della mente.
Prelevate dal passato tutte le gemme, compresa l'haeter (ovvero la gemma della realtà), gli Avengers le applicano su un nuovo guanto che hanno creato per l'occasione.
Assurdità su assurdità!
Il primo guanto, quello di Thanos era stato forgiato dai nani nel cuore di una stella morente e in Avengers: Infinity war, la cosa appare fin troppo chiara, anche perché è lì che è stato forgiato anche Mjolnir, il martello di Thor, e Stormbreaker, l'ascia che colpisce al petto Thanos al termine di Infinity war.
Il guanto era stato creato con l'obiettivo di contenere il potere delle gemme per consentirne l'uso senza uccidere chi lo indossa.
Altra inconguenza: Thor per trovare l'eather si reca ad Asgard nel giorno in cui sua madre sarà uccisa per mano di Kurse, lo scagnozzo di Malekith. 
Il Thor che appare in quelle sequenze è a dir poco squallido! 
Ha il timore di affrontare Jane e di incontrare Frigga, sua madre.
E' comprensibile che Thor abbia perso fiducia in sè stesso dopo essere stato sconfitto da sua sorella Hela, aver provocato il Ragnarok con conseguente distruzione di Asgard e non essere stato in grado di salvare il suo popolo dallo sterminio di Thanos, ma trasformarlo in un ciccione beone che in ogni sua comparsa fa solo ridere, mi sembra davvero eccessivo.
Frigga, cresciuta dalle streghe, e dotata di poteri magici (quegli stessi poteri che ha trasferito al figlio adottivo Loki), raggiunge Thor, che nel frattempo si è nascosto dietro una colonna, e capisce subito di trovarsi in presenza di un Thor venuto dal futuro, al quale dice che il tempo non è stato clemente con lui e al quale consiglia di mangiare più insalata avendolo visto molto in sovrappeso.
Frigga cerca di dare coraggio a Thor e, infine, tutto il lavoro sporco per recuperare l'either lo fa Rocket (il procione dei "Guardiani della Galassia"), mentre Thor recupera il suo martello (Mjolnir) che, evidentemente, non è ancora stato distrutto da sua sorella Hela.
Thor quindi torna al presente, cioè 5 anni dopo lo schiocco di dita di Thanos, con Mjolnir e Stormbraker.
A questo punto mi chiedo... se il martello non è più a disposizione di Thor nel giorno in cui Frigga viene uccisa, chi sfregierà Malekith e chi combatterà contro di lui e gli elfi oscuri? 
Che ne sarà della convergenza? 
Loki non avrà più motivo di fingere di morire per salvare Thor nel regno di Svaltarfheim e, pertanto, non tornerà ad Asgard sotto mentite spoglie annebbiando la mente di Odino e portandolo all'esilio.

Torniamo al nuovo guanto che è stato forgiato da Tony Stark e Bruce Banner. 
Bruce ritiene di essere l'unico in grado di poterlo indossare perché il guanto produce delle radiazioni gamma.
Bruce indossa quindi il guanto e comincia da subito a subire gli effetti devastanti del guanto con le 6 gemme incastonate, schiocca le dita esprimendo nella sua mente il desiderio di far tornare in vita chi 5 anni prima è stato ucciso da Thanos con lo stesso gesto e rimane con la parte superiore destra del corpo ustionata, anzi carbonizzata.
E' qui che ho finalmente capito che il guanto, con le 6 gemme, è più un guanto dei desideri.
Io credevo che il suo unico potere fosse quello di sterminare metà popolazione dell'universo schioccando le dita e, invece, con lo schiocco si può ottenere tutto ciò che si desidera.
Ecco come ha fatto all'inizio del film Thanos, a cui Thor taglia braccio e testa, a distruggere le gemme dell'infinito!
Thanos però prima di indebolirsi ha usato due volte il guanto e, se non ricordo male, in infinity war l'aver indossato il guanto con le 6 gemme non gli ha prodotto ripercussioni, si era solo un po' indebolito dopo lo schiocco e poi era andato a riposarsi guardando il tramonto da una grotta.
Tanto più che subito prima dello schiocco aveva ricevuto un bel colpo d'ascia in pieno petto da Thor con Stormbreacker.
A questo punto o Thanos è davvero il villain più forte di tutti i tempi, o qualcosa non mi torna riguardo all'uso del guanto e al modo in cui le sue ferite si rimarginano.

Squallidissimo anche il modo in cui Thanos viene rappresentato in questo contesto: un contadinello che raccoglie fiori ed erbette per cucinarle, indossando una maglietta cenciosa (mi ha ricordato tanto Shreck!).
Ora che l'ordine sembrerebbe ristabilito, arriva nel presente il Thanos del passato aiutato da una Nebula del passato cattiva e fedele a suo padre che ha preso il posto della Nebula del presente, vicina agli Avengers e pronta a tutto per salvare metà universo.
Non cercate di capire, è un rompicapo!
E' una cozzaglia di andirivieni dal passato al presente con personaggi presenti e passati.
Ok, Nebula del passato ha sottratto l'ampolla in cui sono contenute le particelle pym alla Nebula del futuro e l'ha consegnata a Thanos. Ma se la Nebula del futuro, come tutti i vendicatori tornati nel passato, aveva una sola ampolla, come fa la Nebula del passato a tornare nel 2023? E se servono le speciali tute rimpicciolenti per viaggiare nel tempo, come fa Thanos ad arrivare nel presente con un'intera armata spaziale?

L'unico aspetto positivo di questa pazzia dei viaggi temporali è che in questo modo si è avuta l'opportunità di rivedere personaggi che ci hanno fatto compagnia in questi 11 anni e 22 film Marvel.
Tra i grandi assenti del cast vorrei rammentare Odino (impersonato da Antony Hopkins) e Lady Sif (Jaimie Alexander). 
Ok, Odino è morto in Thor Ragnarok, ma Sif?
Già in Thor Ragnarok Sif non compare e oggi in Endgame nessuno ha pensato di far tornare una grande guerriera di Asgard a combattere contro Thanos e i suoi figli.
Ritroviamo invece la valchira, cioè SR - 142 (che dovrebbe essere l'ultima valchiria sopravvissuta all'attacco di Hela), della quale non si era capito in Infinity war il destino, ma ora la troviamo due volte sopravvissuta. Una prima volta allo sterminio degli asgardiani mentre sono sulla nave madre diretta verso la terra e la seconda volta allo schiocco di dita di Thanos.

Arriviamo alla battaglia finale.
E' stato come rivedere le immagini della battaglia finale del "Signore degli anelli: il ritorno del re" dinanzi ai cancelli di Mordor tenutasi tra gli abitanti della terra di mezzo, con a capo Aragorn l'erede di Isildur, e 10.000 orchi.
Davvero, le due battaglie si somigliavano molto nelle prime immagini.
E' stato l'unico momento, forse è meglio dire gli unici minuti, in cui ho finalmente riassaporato le battaglie epiche degli Avengers.
Bellissimo anche l'incitamento di Cap: "Avengers... uniti!"
Sono ritornati in vita tutti i supereroi che tanto ci erano mancati: Scarlet Witch (Wanda Maximoff), Black Panther, Falcon, il soldato d'inverno (Bucky), Groot (a cui è stato dato davvero pochissimo spazio), Quill, Mantis, Drax, Doctor Strange (più forte che mai) e, infine, Peter Parker... Spider Man che è stato la ragione per cui Tony Stark si è rimesso in gioco.
Troviamo un nuovo supereroe: Iron Pepper (chissà a chi avrà lasciato la figlia!).
Tutti insieme combattono Thanos, e Captain America, che già in Avengers: Age of Ultron, aveva quasi sollevato il martello di Thor, in Endgame dimostra di esserne degno e usa Mjolnir come un vero Dio del tuono, incanalando fulmini e impartendo una bella lezione a Thanos. 
Ciò che non capisco è che Odino in Thor: Ragnarok, dopo che Hela aveva distrutto il martello di Thor, per incoraggiare il figlio, ha detto che non era il martello la fonte della sua forza, ma serviva solo per controllare il suo potere, per concentrarlo.
"Tu sei Thor, il Dio dei martelli?" dice, infatti, Odino.
Allora se non è il martello a generare i fulmini, come mai nelle mani di Cap lo fa?
Forse per la scritta incisa su Mjolnir: "chiunque impugnerà questo martello, se ne sarà degno, possiederà il potere di Thor".

Thanos però sembra il più forte di tutti anche ora che non ha le gemme e resiste alla grande sia al martello agitato da Cap che all'ascia (Stormbreaker) di Thor (forgiata per essere un'arma "distruggi Thanos", ma che in un paio di occasioni ha rischiato di porre fine alla vita di Thor). 
l'ascia, come il Mjolnir, non può essere brandita solo da Thor? E allora perché Thanos riesce ad usarla contro di lui?

Ogni tanto la presuntuosa Captain Marvel, sempre in ritardo, assesta qualche colpo vincente e resta immobile quando il potente titano pazzo la picchia con violenza (quasi a voler dire: "non mi hai nemmeno scalfita!"), ma Thanos sembra essere più forte anche di lei e con l'aiuto di una gemma dell'infinito, prelevata dal guanto e stretta nella sua mano, la colpisce con un pugno scaraventandola a terra.
Wanda Maximoff, che in Infinity war sembrava essere l'unica in grado di tenergli testa anche quando Thanos impugnava 5 gemme, ora che il titano pazzo non ne ha nessuna riesce a malapena a strappargli di dosso parte della sua armatura.
E quando ormai sembra giunto l'epilogo, Tony chiede a Stephen Strange se quella che stanno vivendo è quell'unica possibilità di vittoria su 14.000.000 di futuri possibili che il dottor Strange aveva visto in Infinity war.
Strange all'inizio non vuole rispondere per non cambiare l'esito della battaglia perché, secondo lui, il futuro cambia se lo racconti, ma poi alza un dito verso Iron Man per fargli capire che hanno quell'unica possibilità.
Tony attira a sé le gemme dell'infinito dal guanto di Thanos ed esprime il desiderio di vedere distrutti Thanos, i suoi figli e l'esercito venuto dallo spazio e di lì a poco cominciano tutti a dissolversi come 5 anni prima era successo a metà universo.
Tony però è un essere umano e il potere sprigionato dal guanto e dalle 6 gemme lo uccide.
Nel cinema in quel momento si è sentito un eco di NOOOOO!!!
Ma insomma fratelli Russo, ma come avete mai potuto credere che porre fine alla vita dei nostri supereroi fosse il finale che noi amanti della saga potessimo volere?
Poi proprio Tony Stark, l'unico a non aver subito perdite dopo lo schiocco di dita di Thanos e l'unico capace di andare avanti, costruendosi una famiglia felice con Pepper, dalla quale ha avuto una splendida bambina: Morgan E. Stark!
Questa scelta scellerata della produzione lascia quindi sua figlia orfana di padre e il suo grande amore Pepper Potts da sola quando tutti gli altri potranno riabbracciare i loro cari ritornati in vita.

Mi sono sentita allo stesso modo in cui mi sentii quanto andai al cinema a vedere Batman vs Superman e Superman alla fine del film morì per salvare il pianeta.
Ma si può far morire superman? Si può essere tanto idioti? 
E infatti in Justice League, rendendosi conto della grande cazzata che avevano fatto, lo hanno resuscitato.

Comunque la MCU non è nuova a queste scelte. 
Anche in X-men: conflitto finale si vede una Fenice che uccide Scott (Ciclope) e che polverizza Professor X (anche se poi si scopre che non è morto) e lei stessa muore per mano, anzi infilzata dalle lame, di Wolverine.
Finale che evidentemente non solo io non ho gradito visto che in x-men giorni di un futuro passato, Wolverine torna indietro nel tempo per cambiare il futuro e ritornato nel presente ritrova Jean e Scott vivi e ancora insegnanti nella scuola di superdotati.

Ma in questo caso dubito ci saranno resurrezioni.
Sarebbe stato molto più facile far capitolare Thanos lasciando tutti gli Avengers in vita semplicemente usando la gemma del tempo. Con tutti questi viaggi nel tempo hanno solo ingarbugliato la trama e le morti di Visione, Vedova nera e Iron Man hanno lasciato dell'amaro in bocca.

Parliamo di Visione.
In Avengers: Age of Ultron, Tony Stark ha una visione generata dai poteri telepatici della Maximoff. 
Decide di costruire Ultron, un'intelligenza artificiale con l'obiettivo che diventi un'armatura a protezione del mondo. Il piano fallisce e Ultron, che ha come unico obiettivo l'estinzione globale del genere umano, con l'aiuto della dott.ssa Helen Cho, cerca di trasferire la sua intelligenza artificiale nel corpo di titanio e fibra di colui che definisce la sua "Visione", in cui ha già fatto impiantare la gemma della mente.
Tony, insieme a Bruce Banner e il potere dei fulmini di Thor, una volta recuperato il corpo di Visione, trasferisce in lui l'intelligenza artificiale (che io definirei addirittura coscienza) di Jarvis.
Visione diviene il più forte degli Avengers, degno di brandire Mjolnir e in grado di gestire la più potente delle gemme dell'infinito: la gemma della mente.
Ebbene, Visione in Avengers: Infinity war, viene facilmente ferito dal figlio di Thanos e poi capitola per mano di quest'ultimo senza opporre resistenza. Riecheggia nella mia mente la frase: "eri stato costruito per essere una potente macchina e stai morendo come un essere umano."
Speravo di vedere una sua resurrezione, in fondo si tratta pur sempre di una macchina e non di un essere umano e anche Bruce Banner stesso, in infinity war, aveva detto che togliendo la gemma della mente dalla sua testa, sarebbero rimaste probabilmente le parti migliori di Visione.
Non è dato saperlo ormai visto che nessuno si è preoccupato di riportarlo in vita.

Finita la battaglia Captain America ha dovuto riportare indietro le gemme dell'infinito e il martello di Thor nel momento esatto in cui erano stati prelevati (vi ricordo che ancora non si è capito che fine abbiano fatto Loki e il tesseract!).

Chissà come si sarà svolto l'incontro tra Cap e Teschio Rosso, suo acerrimo nemico e fondatore dell'hydra, a Vormir!
E se restituendo la gemma dell'anima tornasse in vita Natasha?
In fondo Teschio Rosso ha detto: "un'anima per un'anima". Restituendo la gemma non c'è più bisogno del sacrificio di Nat.

Entro 5 secondi Cap sarebbe dovuto tornare indietro, ma non torna.
Banner spiega che il tempo scorre diversamente nel regno quantico e che lì si impiega il tempo necessario per fare le cose anche se nella vita reale sono trascorsi solo 5 secondi.
Bucky si volta e vede un uomo vecchio seduto su una panchina davanti la riva di un fiume: è Cap!
Mentre era nel regno quantico, dopo aver messo a posto le gemme, Steve Rogers ha pensato bene di sposarsi e di vivere una vita intensa e ora è tornato da vecchio con la fede al dito.
Dice a Sam di volergli donare il suo scudo e il film termina con un giovane Steve Rogers che balla con Peggy Carter, evidentemente è lei la donna che ha sposato.
E qui un'altra mia considerazione: partendo dal presupposto che sono rimasta davvero dispiaciuta quanto Cap è rimasto nel ghiaccio per 70 anni e non ha potuto portare a ballare la sua amata Peggy come promesso, ma vi ricordate che la Marvel ha prodotto due stagioni della serie Agent Carter? 
Nell'ultimo episodio della seconda stagione, che poi si rivela essere l'ultimo episodio della serie, Peggy salta addosso all'uomo che diventerà suo marito nonché padre dei suoi figli.
Ciò significa che abbiamo visto inutilmente due stagioni di una serie che dovremmo solo dimenticare ora che sappiamo che Steve e Peggy non si sono mai lasciati?
In Captain America: a winter soldier, Steve va a trovare Peggy, ormai 95enne, e vede sul comodino di lei le foto scattate nel corso della sua vita con marito, figli e nipoti e lei gli dice di avere avuto una vita intensa  e che il suo unico rimpianto è che Steve non abbia potuto vivere la sua.
Quindi ora è tutto cancellato? 
Marito, figli e nipoti si sono dissolti come con lo schiocco di dita di Thanos oppure Peggy vive da bigama in una realtà alternativa rispetto a quella con Cap?
Non c'è più uno Shield fondato da Peggy alla fine della guerra?
Se Cap nel 2023 è un vecchio (dovrebbe avere 104/105 anni), non avrà più partecipato alla battaglia di New York del 2012 (dove di anni ne avrebbe avuti 94) e vedere "Captain America a Winter soldier" o "Captain America a civil war" ora che senso ha?
Possiamo tranquillamente gettare nel cestino della spazzatura anche Avengers: Age of Ultron?
Oppure, anche in questo caso dobbiamo pensare a delle realtà alternative in cui Cap è ancora giovane? 
Ma quante realtà alternative ci sono?
Tra le altre cose, se Cap ibernato per 70 non è invecchiato di un solo giorno, perché vivendo una vita normale è invecchiato? 
Lui non ha un sistema di auto rigenerazione cellulare dovuto alla formula che gli è stata iniettata del Dr Abraham Erskine?
E allora perché è invecchiato?
Così come le cellule si sono sempre rigenerate tutte le volte che Cap è stato ferito, le stesse cellule ne avrebbero dovuto impedire l'invecchiamento.

Mi chiedo a questo punto anche come evolverà la serie tv agents of shields di cui sta per andare in onda la sesta stagione, visti tutti questi cambiamenti e dal momento che in più di un'occasione si è collegata ad eventi verificatisi in Captain America a winter soldier o Avengers: Age of Ultron. Sicuramente un riferimento allo schiocco di dita di Thanos dovrà necessariamente esserci.

Vorrei segnalare un'ultima incongruenza notata in Avengers: Endgame.
In Avengers: Infinity War si vede Ross definire "criminali" Captain America, Natasha Romanoff e Falcon e ordinare al colonnello Rodi (War Machine) di arrestarli  in quanto colpevoli di non aver rispettato gli accordi di Sokovia.
Rodi ironicamente dice loro: "questa è una corte marziale".
Bene, dopo lo schiocco di dita di Thanos si vedono gli Avengers, o meglio chi tra loro è sopravvissuto, non più vivere nell'ombra ma alla luce del sole, continuando a garantire la pace e la sicurezza.
Non sono più dei criminali quindi?
Non esistono più degli accordi di Sokovia a cui attenersi?

La mia considerazione finale dopo aver visto il film è la seguente: ho visto tutti e 22 i film dell'universo Marvel. 
I miei preferiti rimangono Captain America, Avengers, Doctor Strange, Captain America: A Civil War, Avengers: Infinity war.
Quest'ultimo è stato così ben realizzato che avevo delle enormi aspettative nei riguardi di Avengers: Endgame.
Infinity war non ti lasciava un attimo di respiro, si combatteva una battaglia dietro l'altra e c'era un susseguirsi di immagini e situazioni tutte da scoprire che mantenevano la tensione e l'emozione sempre ai massimi livelli. E poi ricordo ancora la sensazione (quasi ho sobbalzato dalla gioia) che ho provato nel vedere arrivare Cap, Natasha e Falcon in aiuto di Wanda e Visione (indimenticabile!).
Avengers: Endgame invece mi ha annoiato, di questo film ho apprezzato solo quei 10/15 minuti di battaglia finale.
Non è stato per niente all'altezza, ovviamente parlo in termini di sceneggiatura, degli altri Avengers e molto al di sotto di Infinity war, che aveva creato delle grandi aspettative in merito alla battaglia finale.

Se ne avessi la possibilità, direi agli sceneggiatori e ai registi: chiedete perdono ai fans e ridateci una versione verosimile degli eventi che avrebbero dovuto caratterizzare l'ultimo film dedicato ai vendicatori, perché questa è ridicola e inguardabile, ma soprattutto senza un senso logico.

Essendo il mio un blog di ricette, ho pensato di abbinare ad Avengers: Endgame la drip cake super caramellosa.
Ho realizzato questa torta per il compleanno di mia figlia, ma rappresenta bene il mio stato emotivo che ha preceduto la visione del film: mi sentivo un po' bambina e tanto emozionata. 
È proprio la torta che avrei preparato per festeggiare i miei supereroi preferiti, se li avessi avuti a pranzo a casa mia.


La torta è una sponge cake al cioccolato fondente farcita con due strati di crema al latte condensato e cioccolato e uno strato di crema al latte condensato e burro.
Esternamente è ricoperta con crema al burro e latte condensato, una glassa al cioccolato bianco, lecca lecca giganti, chupa chups, bastoncini dolci, marshmallows, caramelle gommose, girelle di caramelle, zucchero filato e vari tipi di caramelle.






venerdì 9 novembre 2018

Gnocchi alla pancetta e zafferano



"Non posso più andare avanti Joe, non posso, non ce la faccio, sono stanca di umiliarmi tenendoti il cappotto, preparandoti le pillole e togliendoti le briciole dalla barba, per poi essere messa in un angolo con le altre mogli a organizzare uscite per lo shopping, mentre tu... mentre tu dici a tutti quegli incensatori che ti circondano, che tua moglie non scrive? .... Tua moglie? Che ha appena vinto il premio Nobel?"
Tratto dal film "The wife - vivere nell'ombra".

Quello che ho riportato è lo sfogo di Joan, moglie di Joe, co-protagonista del film "The Wife - vivere nell'ombra", interpretata da Glenn Close.
Questo monologo durato meno di un minuto, ed arrivato dopo oltre un'ora di film dal sapore soporifero, è bastato da solo a giustificare i soldi spesi per il biglietto di ingresso al cinema.

"The wife - vivere nell'ombra" è un film del 2017 uscito nelle sale italiane il 04 ottobre 2018 che nelle prime 3 settimane di programmazione ha incassato poco meno di 1 milione di Euro.
Attratta dal titolo, che mi sembrava anticipare un thriller mozzafiato, nonché dalla presenza della dea del cinema Gless Close (che in quanto a thriller sa il fatto suo), qualche giorno fa sono andata al cinema a guardarlo.
Dopo questa esperienza, non proprio entusiasmante, ho deciso che la prossima volta non mi lascerò incantare né da un titolo promettente nè da un cast stellare e leggerò con attenzione la trama e le recensioni prima di acquistare il biglietto.
Vediamo se riesco ad essere più chiara!

Il film comincia mostrando una coppia di mezza età felice e ancora volenterosa di scambiarsi delle coccole amorose.
Poi arriva la telefonata che cambia tutto: il marito, Joe, scrittore di successo, viene insignito del premio nobel per la letteratura.
Sono entrambi felicissimi di questa notizia e partono per Stoccolma, insieme al figlio sfigato, scrittore anche lui, il quale crede che il padre non lo ritenga alla sua altezza.
Joan, Glenn Close, è non solo una moglie devota, ma anche una madre amorevole che cerca in tutti i modi di risollevare il morale al figlio e di favorire un legame tra lui e suo padre.
Ad un certo punto ci sono dei flashback sul passato della coppia che svelano che Joan da giovane era una scrittrice dotata di grande talento che era stata costretta a farsi da parte: le era stato detto che nessuno avrebbe acquistato dei libri scritti da una donna e pertanto si era deciso di investire sulla carriera, molto più promettente, di Joe.
Man mano che la sera della premiazione si avvicina, il rapporto tra Joan e Joe va sempre più incrinandosi, fino a quando lei ha uno sfogo senza precedenti.
Vomita contro il marito tutto il suo malcontento e la sua frustrazione, non accetta più di vivere nell'ombra e gli rinfaccia di essersi preso i meriti del suo lavoro e di averla ripagata con svariati tradimenti.
Ebbene sì, è sempre stata Joan l'autrice dei libri di successo attribuiti a Joe.
Avete presente la frase fatta : "dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna?"
In questo caso la frase calza a pennello!

Se non fosse stato per quell'unica scena davvero avvincente, il film sarebbe stato di una noia mortale.

Ho sempre amato andare al cinema, ho sempre pensato che i film guardati sul grande schermo assumano un fascino diverso rispetto agli stessi film visti in tv.
Per quanto però il cinema riesca ad abbellire il tutto, nell'ultimo periodo sta diventando sempre più difficile trovare dei film che siano all'altezza delle mie aspettative: o sono di una noia mortale oppure hanno talmente tanti effetti speciali che quando esco dal cinema ho gli occhi psichedelici.
Se fossi stata a casa anziché al cinema, dopo neanche un quarto d'ora di film avrei usato il mio amato telecomando e avrei fatto un pò di zapping (benedetto zapping!).
Dove sono finiti quei film che ti tengono incatenata alla poltrona con il fiato sospeso, tesa come una corda di violino, e che ti inducono a mangiare forsennatamente quintali di popcorn mentre ti chiedi ogni momento "chissà cosa accadrà adesso... come andrà a finire?"

Uscita dal cinema, sono tornata a casa ed ho preparato un primo piatto con alcuni ingredienti che avevo già a disposizione (il mio caro comfort food).
Mentre cucinavo, sentivo quella gioia e quel mix di emozioni che hanno riportato in vita quella piccola vocina sopita, che non sento ormai da un pò al cinema, che mi sussurrava insistentemente "chissà come andrà a finire? Verrà fuori qualcosa di buono?"
Ho impiattato e servito i miei gnocchi alla pancetta e zafferano e sono rimasta in trepidante attesa, con la stessa emozione di un regista alla prima del film che ha diretto, del giudizio dei miei commensali, che alla fine non hanno avuto bisogno di dire nulla avendo spazzolato il contenuto del piatto in tempi record.
Direi che gli gnocchi alla pancetta e zafferano, a differenza del film "The wife - vivere nell'ombra", hanno superato la prova.

Ingredienti:
500g di gnocchi di patate
1 bustina di zafferano
100g di pancetta arrotolata piccante
150g di panna da cucina
Olio e.v.o.  q.b.

Procedimento:
mettere sù l'acqua per gli gnocchi: il tempo che arrivi a bollore sarà sufficiente per preparare il condimento.
Sfilacciare la pancetta e rosolarla in una padella ntiaderente con un pò di olio e.v.o. (io ne ho usato circa 10g) fino a che diventa croccante.
Prelevarne un pò e tenerla da parte.
Aggiungere alla pancetta rimanente la panna da cucina e una tazzina di acqua calda, prelevata dall'acqua di cottura degli gnocchi, e cuocere a fuoco basso per un minuto circa.
Lessare, intanto, gli gnocchi e quando vengono a galla, scolarli ed unirli al condimento e mantecare gli stessi ( o spadellare) per un minuto circa.
Servire gli gnocchi alla pancetta e zafferano guarnendone la superficie con la pancetta croccante tenuta da parte.


mercoledì 31 ottobre 2018

Torta al doppio strato di mele

Come promesso in un precedente post, durante questo inverno preparerò diversi dolci con le mele.
Questa esigenza nasce un pò dal fatto che mio marito ama i dolci umidi, e in particolar modo i dolci realizzati con le mele, e un pò perché nell'arco della settimana metto via un bel pò di mele.
Sì, avete letto bene, le metto proprio da parte!
In pratica, quando sono al lavoro pranzo spesso a mensa (ahimè) e il frutto di fine pasto è quasi sempre la mela.
Siccome sono stata abituata a non mangiare frutta subito dopo pranzo, la metto in un tovagliolo di carta e la porto con me a casa.
A fine settimana mi ritrovo con un bel pò di mele e siccome a casa mia è d'obbligo accendere il forno alla domenica, ecco che sto sperimentando diversi dolci con le mele.
Quella che vi presento oggi è una torta che prevede tre strati di impasto intervallati da ben due strati di mele tagliate a fettine.
La consistenza finale del dole sarà soffice ed umida.

Ingredienti:
150g di burro morbido
150g di zucchero
500g di mele
3 uova
la scorza grattugiata di un limone + il suo succo
200g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaio di estratto di vaniglia (o i semi di mezza bacca di vaniglia)
3 cucchiai di latte
1 cucchiaio generoso di marmellata di arance
2 cucchiai di acqua
zucchero a velo q.b.

Procedimento:
per prima cosa, sbucciare le mele, tagliarle a metà e poi a fettine molto sottili ed irrorarle con il succo di limone.
Lavorare a crema il burro con lo zucchero, la scorza grattugiata del limone e la vaniglia usando uno sbattitore elettrico.
Incorporare un uovo alla volta, aspettando che si amalgami perfettamente prima di aggiungere il successivo.
Unire in due fasi la farina setacciata con il lievito e mescolare con lo sbattitore a bassa velocità, alternandola con il latte.
Stendere qualche cucchiaiata di impasto in una teglia circolare di 22cm di diametro, imburrata ed infarinata, posizionarci sopra le fettine di mela disposte a raggiera e coprirle con qualche altra cucchiaiata di impasto. Disporre il secondo strato di mele e coprire con l'impasto rimanente.
Cuocere in forno preriscaldato a 170gradi per 45 minuti circa.
Nel frattempo, scaldare in un pentolino la marmellata con l'acqua.
A cottura ultimata, dopo aver sformato la torta, spennellare sulla sua superficie lo sciroppo di marmellata e cospargere di zucchero a velo.

ENGLISH:
As promised in a previous post, during this winter I will prepare several desserts with apples.
This need arises a bit from the fact that my husband loves wet desserts, and especially the desserts made with apples, and a little because in the arc of the week I put away a lot of apples.
Yes, you read that right, I put them aside!
In practice, when I'm at work I often eat lunch at the table (alas) and the fruit at the end of the meal is almost always the apple.
Since I have been used to not eating fruit immediately after lunch, I put it in a paper napkin and take it home with me.
At the end of the week I find myself with a lot of apples and since in my house it is a must to light the oven on Sundays, here I am experimenting different desserts with apples.
What I present today is a cake with three layers of dough interspersed with two layers of sliced ​​apples.
The final consistency of the dole will be soft and humid.

Ingredients:
150g of soft butter
150g of sugar
500g of apples
3 eggs
the grated rind of a lemon + its juice
200g of 00 flour
1 sachet of baking powder
1 tablespoon vanilla extract (or half vanilla bean seeds)
3 tablespoons of milk
1 generous spoon of orange marmalade
2 tablespoons of water
icing sugar q.b.

Method:
first, peel the apples, cut them in half and then into very thin slices and sprinkle with lemon juice.
Cream the butter with the sugar, the grated lemon peel and the vanilla using an electric mixer.
Incorporate one egg at a time, waiting for it to blend perfectly before adding the next one.
Combine the sifted flour with the baking powder in two stages and mix with the mixer at low speed, alternating with the milk.
Spread a few spoonfuls of dough in a circular pan of 22cm in diameter, buttered and floured, place on top of the slices of apple arranged in a radial pattern and cover with a few more spoonfuls of dough. Arrange the second layer of apples and cover with the remaining dough.
Bake in preheated oven at 170 degrees for about 45 minutes.
Meanwhile, heat the jam with water in a saucepan.
When cooked, after turning out the cake, brush the jam syrup on its surface and sprinkle with icing sugar